Tra chi ne apprezzava gli intenti critici e chi si contrapponeva alle narrazioni libere e spontanee nate dalla mente del maestro o dall'incoscio infantile degli scolari, il cinema dei ragazzi era solito dividere il pubblico. Contrapponendosi allo "spontaneismo superficiale" il lavoro a contatto con i ragazzi si realizzava grazie al gioco, quel "grande gioco" collettivo che ancora oggi unisce gli ormai ex alunni al maestro Sidoti.