Una Parigi familiare, piena di vita, e - se non proprio “au bon marché” - a portata di cinepresa. Da qualche anno Pippo Barzizza frequenta Parigi e la Francia per suonare con la sua orchestra Blue Star. Nel frattempo per motivi professionali il musicista ormai si è trasferito dalla Liguria a Milano, mantenendo fortissimi i legami d’oltralpe. Il viaggio a fine marzo del 1930, a cui si riferiscono queste immagini, è l’occasione di portare per la prima volta nella capitale francese la figlia Luisita, detta Isa, che compie quattro mesi, come riportato sulla scritta che accompagna la bobina 9,5mm. Così vediamo la piccola Isa in braccio al padre e alla madre Tatina, e la famiglia Barzizza per le strade della città insieme al gruppo di persone che li accompagna. Sarà l’orgoglio paterno, l’eccitazione di Parigi che ben si addice a quella di Pippo: pulsano di vita questi ritratti in movimento con lo sfondo urbano di luoghi ampiamente riconoscibili (tranne forse l’architettura esasperatamente eclettica del palazzo del Trocadero: costruito per l’Esposizione Universale del 1878 sarà presto abbattuto). E Pippo, che dal 1928 usa una cinepresa 9,5mm, pare influenzato dalle avanguardie cinematografiche quando gira e ribalta la tour Eiffel, con un semplice gesto della cinepresa, e riprende il traffico al contrario. Citazione artistica o puro istinto sperimentale del cineamatore?