Sfila tutta la famiglia Damiata davanti alla cinepresa 9,5mm di Giuseppe, il 14 aprile 1952, Lunedì dell’Angelo, al Parco della Favorita di Palermo. E sembra che non vi sia qui rappresentata una sola famiglia, bensì un’intera società vestita a festa, donne e uomini, ragazze e ragazzi, coppie, anziani, bambini di tutte le età, che ridono, scherzano, ballano. Tutti felici, tutti contenti di essere dentro all’inquadratura, anche questa volta il cinema amatoriale è bigger than life, uno strumento inclusivo: c’è spazio per tutti. Il ritratto in movimento è un topos del film di famiglia e non ci stanchiamo mai di guardare questi sorrisi che appaiono così spontanei. E chissà se questa felicità apparente sia solo momentanea, di certo è contagiosa come lo sono le emozioni emanate dagli home movies. E sono proprio le cose semplici della vita, queste emozioni autentiche a contare e probabilmente a valere più della ricchezza materiale. Nella narrazione di un’Italia che vive il sogno di uscire dalla povertà la signora Jenny Corti in Martini, vincitrice di una cospicua somma per avere fatto tredici al totocalcio, dichiara invece ai giornali: “Questi milioni non mi hanno fatto dormire e non mi danno pace!” Viene il dubbio che i soldi invece di arricchirci ci facciano piuttosto perdere quell’innocenza felice.