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15 aprile1973
Mauthausen
Autore
Famiglia Fantin
Formato
Super8
Credits
Musica di Guglielmo Pagnozzi

L’esperienza del viaggio in pullman è un momento fondamentale per le gite scolastiche. La distanza da percorrere si misura in quell’attesa, in cui si vede scorrere fuori dal finestrino quello che separa la propria casa, la scuola, la famiglia, tutto quello che si conosce, da una meta più o meno lontana. Per Massimo Fantin, studente di IV all’Istituto tecnico industriale Aldini Valeriani di Bologna, è l’occasione per filmare i suoi compagni di classe che scherzano e sonnecchiano sull’autobrennero, verso il confine con l’Austria. La meta del viaggio è Mauthausen, il campo di concentramento nazista dove furono deportati moltissimi italiani, antifascisti, partigiani, ebrei. E non a caso, al loro arrivo gli studenti incontrano un gruppo dell’ANED, l’associazione nazionale ex deportati, con cui partecipano a una commemorazione presso il monumento italiano. Dal 1949 l’ex campo è un monumento pubblico: laddove prima c’erano le baracche sono sorti man mano diversi memoriali nazionali per ricordare i deportati delle diverse nazioni d’Europa. Ma il cuore della visita è oltre il portale in pietra della fortezza costruita a forza dai prigionieri: Mauthausen venne creato presso la principale cava di granito dell’Austria. Se granito e mattoni dovevano servire in ingenti quantità per adeguare le città del Reich alla nuova estetica del regime, il lavoro manuale nelle cave di pietra aveva l’unica funzione di usurare e far morire di sfinimento i deportati, costretti a salire la “scala della morte” o gettati giù, per ogni minimo errore, dal “muro dei paracadutisti”. 

Nella primavera del 1973 i ragazzi girano per l’ex campo, guardano i luoghi ritornati ad essere paesaggi naturali, tuttavia “contaminati”, secondo la definizione trovata, molti anni dopo questa gita, dallo scrittore austriaco Martin Pollack. Ancora oggi, Massimo Fantin ricorda come il motivo di quella gita era “far si che gli studenti si rendessero conto di un terribile passato che allora non era neanche tanto lontano ma che molti volevano dimenticare."

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