Che rapporto c'è tra l'atomo, che simboleggia la scienza, e il benessere umano? Sarà per rispondere a questa domanda di grande attualità che il trentenne romagnolo Enzo Pasi, dopo essere stato l'anno precedente a Mosca per vedere da vicino quel regime sovietico che avrebbe dovuto affrancare il genere umano dalla schiavitù, nell'aprile del 1958 intraprende un viaggio in auto con gli amici verso Bruxelles. Qui si tiene l'Esposizione Universale che ha appunto come simbolo l'atomo e come tema la felicità dell'uomo. Allora giusto riprovarci, magari per sapere se saranno la scienza e il progresso a salvarci, dandoci le risposte giuste.
Il gruppo di amici arriva nel parco dell'Heysel dove spicca l’Atomium,una costruzione avveniristica alta cento metri e caratterizzata da sfere di acciaio che rappresentano i nove atomi di un cristallo di ferro), che Pasi e tanti come lui hanno fretta di vedere perché destinata a rimanere in piedi solo per i sei mesi della durata dell'Expo. Invece sopravviverà diventando un landmark belga famoso in tutto il mondo, come la tour Eiffel.
Ma eccolo Enzo Pasi in uno dei rari momenti davanti (e non dietro) alla cinepresa mentre mangia qualcosa. Eccolo che da buon ‘atomista’ trasforma la materia del panino, o qualunque cosa stia ingurgitando, nell'energia necessaria per la visita. Perché nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Ma senza elucubrarci troppo perché prima di salire sulla gigantesca costruzione, entrare nel suo ventre e vedere il panorama dall'alto, la gran fame per Enzo è ben più forte dell'atomo.