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15 maggio1968
I Mille di Garibaldi
Autore
Emilio Sidoti
Formato
8mm
Durata
5'08''
Credits
Sonoro originale

Il 15 maggio 1968 succede una sorta di miracolo: con un salto nel tempo e nello spazio una zona incolta ligure si trasforma nel campo di battaglia di Calatafimi, un’altura presso la località siciliana dove nel 1860 i Mille, i famosi volontari agli ordini di Garibaldi, fronteggiano l’esercito borbonico: le camicie rosse escono vincitrici dalla prima battaglia della spedizione che sarà l’innesco dell’Unità d’Italia. Quel che succede non è a causa di uno strano varco temporale, ma è opera del “cinema dei ragazzi” del maestro Emilio Sidoti. Il maestro, assieme ai suoi allievi di una scuola elementare di Albisola Superiore, reinterpreta i fatti storici per impararli e raccontarli divertendosi. Il suo gioco è serio e molto originale, pionieristico, un esperimento che si ripeterà con molte pellicole che seguiranno questa. “Girammo stranamente nell'anniversario della battaglia, 15 di maggio, nelle stesse ore dalle 1 alle 5, cosa stranissima, Garibaldi ci proteggeva dal cielo”. Ricorda così Sidoti, che rievoca le vicende risorgimentali con questo film 8mm intitolato proprio “I mille”. L’idea di fondo è di evidenziare luci e ombre del processo di unificazione a partire dalla necessità di utilizzare il cinema per un’operazione di controinformazione nei confronti della narrazione tradizionale dei libri di testo scolastici. L’inventiva del gruppo – utilizzando materiali di fortuna per costruire i cannoni, e sacchetti di polvere da sparo per simulare le esplosioni – e la meraviglia del Kodachrome, al suono di “La bandiera dei tre colori”, restituiscono lo spirito e la storia tardo-risorgimentali impregnati delle idee e della passione che hanno radici nel clima degli Anni Sessanta. Proprio in questo clima, nel corso di un convegno che si terrà nel marzo 1969, la visione polemica dell’Unità d’Italia presentata da Sidoti verrà fortemente contestata. In modo particolare sarà oggetto di accuse la vicenda della tassa sul macinato che, dai Borboni ai Savoia: il film sottolinea come rimanga una costante nella vita dei contadini e, di conseguenza, come le classi sociali più povere non abbiano guadagnato niente dall’unità nazionale, mettendo a nudo il gattopardismo monarchico. 

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