Quanta ammirazione per chi stoicamente porta avanti, nonostante tutto, le proprie idee, di fronte al nulla. Chissà di cosa parleranno, non c’è l’audio ma poco importa per capire la scena. Siamo infatti alla fine della campagna elettorale per le elezioni politiche del 1968 e il Partito Liberale Italiano organizza un comizio in una piazza di Alfonsine che però nella pellicola di Enzo Donati rimane desolatamente vuota. Ci si chiede se allora se i 103 che voteranno in quelle elezioni della Camera dei deputati per il partito liberale siano chiusi nelle automobili parcheggiate o se invece siano rimasti a casa per qualche timore e per la vergogna di farsi vedere in giro. Certo quei centotre “dissidenti” rappresentano l’1,17 dei votanti. Il partito comunista e i partiti socialisti insieme raggiungono circa l’80% dei voti, se si sommano anche Repubblicani che in Romagna hanno una grande tradizione storica ci si avvicina al 90%, mentre il partito governativo per eccellenza, la Democrazia Cristiana, ottiene 995 voti, l’11,26 per cento. Un altro mondo rispetto ai risultati nazionali. Ancora più incredibile il dato della partecipazione: su 9.254 elettori votano in 9.076, il 98,08%. Il cineamatore, dietro la sua macchina da presa, se la ride. Divertendosi non smette di filmare, prendendosi gioco degli avversari politici, che tuttavia non si fermano di fronte al vuoto che hanno di fronte, e donandoci un esilarante ritratto di Italia elettorale. C’è da riflettere su questi dati e sui risultati, ma le elezioni politiche ovviamente non si decidono ad Alfonsine, dove moltissimi guardano ancora a Est, dove nasce il sol dell’avvenire, oltre il vicino mare Adriatico. Ma non siamo solo alla vigilia delle elezioni, siamo anche alla vigilia della repressione della Primavera di Praga e nel corso delle contestazioni giovanili: tutto sta cambiando attorno ad Alfonsine.