La visita è quella dell’arcivescovo di Genova, Monsignor Siri, al Ricovero di Mendicità della Doria, nel capoluogo ligure, il 9 giugno 1947. Il quarantenne genovese Giuseppe Siri sta brillantemente scalando le gerarchie ecclesiastiche, presto sarà cardinale e parteciperà a ben quattro conclavi. Sarà sempre considerato papabile senza tuttavia essere mai eletto al soglio pontificio (per quanto una teoria complottista sostenga che la prima volta fu effettivamente eletto e poi costretto a rinunciare). Viene raccontato come un tradizionalista sul piano dottrinale, politicamente un intransigente oppositore dei totalitarismi, un abile organizzatore, attento alle organizzazioni assistenziali.
Ad accoglierlo c’è Ludovico Maria Chierici, l’amministratore del Ricovero (più tardi chiamato Casa di riposo e di educazione) e c’è la cinepresa 16mm in mano a suo figlio Enrico. In questo spezzone del film che documenta la visita completa, intravediamo Ludovico Maria, sessantenne alto e magro dall’aspetto austero, con la cravatta a farfalla, appassionato di fotografia e di immagini in movimento, tanto da aver coinvolto i figli in una passione di famiglia condivisa con mille attività e progetti. Qui Enrico documenta la visita non trascurando i dettagli, nessuno dei quali è casuale, ma verso la fine succede qualcosa di imprevisto e bellissimo. I bambini disposti nell’ordine che la visita impone alla fine rompono le righe e attratti dalla cinepresa - probabilmente non ne hanno mai vista una prima - guardano in camera. Il loro sguardo incrocia il nostro. I bambini ci guardano.