Nel giugno del 1934, mentre a Roma ci si distrae con i festeggiamenti per la nazionale di calcio italiana che ha appena conquistato la sua prima coppa del mondo, nel nord est del Paese un gruppo di dopolavoristi visita i luoghi commemorativi della Prima Guerra Mondiale e ammira nuovi gioielli bellici che prefigurano futuri conflitti. Il giornalista siciliano Nicolò La Colla vive e lavora a Torino da cui si sposta spesso per lavoro e per svago portandosi sempre la fedele cinepresa 8mm. L’11 giugno è in viaggio con gli amici del Dopolavoro Aziendale SIP (Società Idroelettrica Piemontese) muovendosi da Venezia, “la regina dell’Adriatico”, verso i campi di battaglia del Carso. “Al cimitero degli asfissiati a Sdraussina”, si commemorano i circa 7.000 soldati caduti il 29 giugno 1916 sotto l’effetto del gas nemico, poi ci si sposta dalle tombe di Monte San Michele fino a Redipuglia, sotto la pioggia tra croci di varie dimensioni e vecchi cannoni, per omaggiare il Duca d’Aosta e “i suoi trentamila invitti” (invero tutti morti e sepolti, ma tra pochi anni troveranno una sistemazione ancor più monumentale di questa). Alla tappa seguente, presso la chiesa di San Giovanni di Duino, i torpedoni aspettano di ripartire. Una scritta sul monumento ai caduti ammonisce: “Rispettate il campo della morte e della gloria.” Alle bocche del Timavo l’ultima sosta prima di giungere a Trieste dove finalmente c’è il sole. Da Piazza d’Unità d’Italia si vede la grande scritta della “Mostra del mare”. Guardando in cielo ecco il passaggio di un aeroplano da filmare. Attraccate al porto ci sono le navi da guerra che fanno un certo effetto. La Colla è sempre molto attento a cogliere i particolari del paesaggio, ma poi anche lui si distrae con le ragazze del gruppo e lo vediamo davanti alla cinepresa conversare con loro. Per Nicolò sono le ultime settimane da scapolo, scherzare un po’ non guasta, magari per sdrammatizzare un po’ dopo tante tombe filmate e avvisi rispettati. L’ultimo cartello annuncia “un po’ di refrigerio dopo il lungo viaggio”: gli amici in piscina, l’idromassaggio a turno sotto un forte getto d’acqua e sulle altalene, i giochi con gli anelli e il riposo seduti all’ombra. Dopo tutto “il rispetto della morte” è dopolavoro…