Di queste scene di un matrimonio, datato 24 giugno 1924 e filmato con cinecamera Pathé Baby, sappiamo poco. È senza dubbio uno dei primi film di matrimonio (e uno dei primi film di famiglia) realizzato con il formato rivoluzionario 9,5mm, di fabbricazione francese. La pellicola e la cinepresa sono disponibili dal 1923, si tratta di una novità assoluta. Le due bobine, ovviamente mute, sono giuntate una dietro l’altra e mostrano altrettante scene da un minuto ciascuno con l’uscita degli sposi D’Ambrogi. Fino al 1927 la cinepresa è a manovella e quindi è possibile filmare solo fissandola su un treppiede: i movimenti sono limitati e a scatti. Con la cinepresa con la camera a molla dal 1927 le cose cambieranno e sarà possibile filmare con la cinepresa in mano e muovendosi nello spazio.
La prima scena è la classica uscita dalla chiesa, una chiesa di Roma non identificata con certezza (un ricordo riporta San Martino ai Monti Esquilino, ma non così facilmente riconoscibile). Escono i due sposi, visibilmente emozionati, con i parenti e gli amici. Ad aspettarli ci sono delle automobili. Lo sposo si chiama Francesco D’Ambrogi (1893-1975): è giovane, zoppica con il bastone, porta una medaglia appuntata. È un reduce della Prima Guerra Mondiale, volontario nel 1915, ma la gamba l’ha persa dopo, in un incidente tramviario del 1922, la causa del posticipo del matrimonio e indirettamente di questo film visto che prima non sarebbe stato possibile realizzarlo. Francesco, dirigente d’azienda, sposa Maria Argenti (1893-1978) casalinga. Insieme faranno sette figli. La seconda scena si svolge all’uscita dell’Hotel Boston di Roma, ubicato vicino a Porta Pia, dove si è svolto il pranzo di nozze. Anche qui si filma all’esterno, sotto la luce naturale, per la buona riuscita della scena. Vediamo nuovamente gli invitati all’uscita, con gli sposi. L’autore del film è uno dei tanti emuli dei fratelli Lumière. D’altronde quale modo migliore per fare un ritratto in movimento? In questo caso si tratta di un momento importante di una famiglia agiata che in quell’epoca può permettersi un film ricordo, a futura memoria. La testimonianza viva di queste immagini è invece di Patrizio D'Ambrogi (1940), l’ultimo dei sette figli della coppia.