Primo luglio del 1933, Idroscalo di Orbetello. Sotto l’occhio della cinepresa 8mm di Nicolò La Colla, delle cineprese delle cine-attualità di mezzo mondo, giunte qui per l’occasione, fervono i preparativi un grande evento mediatico: la partenza di Italo Balbo con la sua flotta di idrovolanti alla volta dell’America del Nord per la trasvolata atlantica, la crociera del decennale che celebrerà, un po’ in ritardo, la presa del potere del Fascismo e segnerà un’altra tappa nell’affermazione del Regime. Il punto di vista della cinepresa di La Colla, rispetto alle altre, è opposto: viene documentato infatti il backstage del grande evento, ma anche in controcampo dei momenti salienti: il discorso di Balbo, che sarà trasmesso alla radio, e la partenza degli idrovolanti. In questo estratto ci fermiamo prima della partenza, filmata confusamente da lontano (ma per La Colla, non potendo competere con i mezzi professionali, è più importante esserci e testimoniare). Ci soffermiamo sui momenti di pausa del grand’uomo. Questi sì sono l’ideale per la piccola cinepresa 8mm che può cogliere frangenti in cui Balbo appare molto più divo di quanto lo fosse filmato tra le file e nella postura ufficiale. Qui esce il vero Balbo, l’icona tante volte ritratta con la sigaretta, potrebbe essere questo il segreto del suo successo, e il sogno che sta sognando: essere un attore di Hollywood. E infatti verrà accolto trionfalmente negli Stati Uniti, da cortei giganteschi nelle strade di Chicago - e addirittura nella Balbo Avenue a lui dedicata - e di New York, sarà premiato da Roosevelt stesso per l’impresa aeronautica e riconosciuto da tutti come il nuovo Cristoforo Colombo. Tanto successo da suscitare l’invidia dello stesso Mussolini allarmato dall’unica figura che potrebbe oscurarlo? Al suo ritorno in patria a Balbo, ormai un eroe popolare, sarà tolto il controllo dell'aeronautica e gli sarà affidato il Governatorato della Libia. Tripoli non è l’America, è l’Africa, e confina con il deserto. Anni dopo, nel 1940, Balbo finirà poi abbattuto dal “fuoco amico”, a pochi giorni dall’entrata dell’Italia in guerra. Sarà un incidente a ucciderlo, e non ci saranno elementi a provare il contrario. Tuttavia si racconta che per volere dello stesso Mussolini gli idrovolanti della trasvolata, ventiquattro Savoia Marchetti, finiranno smantellati poco dopo l’impresa. Duce ingrato.