La vita contadina rappresentata da Francesco Rinaldi, figlio di contadini di Savignano sul Panaro, operaio con la cinepresa Super8 che non abbandona del tutto il lavoro nei campi, filmandolo. Abbiamo visto la mietitura del grano, in un estratto precedente di questa incredibile opera sulla ciclicità delle stagioni e del lavoro in campagna intitolata “Il tempo”, e ora ecco la trebbiatura. Siamo in piena estate, il 3 luglio. Sentiamo la voce della nipotina e leggiamo nella didascalia che apre la sequenza: “Nonno, Nonno, corri c'è la macchina da battere…" Un'enorme macchina agricola risale il vialetto di casa Rinaldi trascinata da un trattore. Ettore, il padre di Francesco e protagonista di questa e di altre pellicola, e l'uomo del trattore sistemano la macchina e la mettono in funzione, inizia la trebbiatura: la macchina separa il chicchi di grano da spighe e paglia. Irma, la madre di Francesco, offre del vino al marito e agli altri lavoranti mentre si prosegue con il lavoro: il grano viene raccolto in bidoni mentre la paglia in balle. Siamo verso fine giornata, il lavoro è ormai finito. Si possono raccogliere gli arnesi e trasportare via la trebbiatrice. I Rinaldi con questo film trasmettono un lavoro dell’eterno ritorno come quello contadino (pur aggiornato grazie all’uso delle macchine) e allo stesso tempo la fine di un’epoca. Il mondo contadino nell’Italia di inizio anni Ottanta sta infatti scomparendo. Grazie al Super8 forse non tutto è perduto.