Nell’estate del 1929 non è ancora arrivata la grande crisi, la buona borghesia è spensierata sulla riviera marchigiana, a Civitanova Marche, passando il tempo divertendosi. L”’invenzione del mare”, e in particolare della vacanza al mare, è un’abitudine recente, intesa inizialmente non tanto come svago, tempo libero e divertimento, quanto come cura. Una “mania” medica nata nell’Ottocento, la cura basata sulla salsedine, di cui è stato facile dimenticarsi. E non sembrerebbe che sia un’abitudine così recente guardando queste immagini 9,5mm di Mario Cessi che documentano l’estate in spiaggia nella stazione balneare di Portocivitanova di questo giorno e delle settimane successive. La vera cura è dunque tutt’altro, dimenticarsi delle preoccupazioni quotidiane e scherzare sotto l’ombrellino, fare finta di tuffarsi da una barca sulla spiaggia e poi tuffarsi davvero da un moscone: si va in barca a vela e si rema su una strana canoa. Chi è adulto può tornare bambino. La spiaggia è la cartina di tornasole della società, non ci si spoglia ancora molto, ma c’è parecchia disinvoltura nei comportamenti, specialmente tra la beata gioventù di sesso femminile e maschile. Insomma, ci si diverte e si rischia di prendere il mare sottogamba. Come ammonisce Ermanno Cavazzoni, “il mare è una cosa seria, che copre il 71% del pianeta, ha visto passare tante ere geologiche, tante specie animali, e vedrà passare anche l’uomo, oltre che questo uomo balneare di questo momento”.