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10 luglio1966
Quasi una tangente
Autore
Massimo Bacigalupo
Formato
8mm
Credits
Suono originale

Il 10 luglio del 1966 è una data di svolta per il cinema indipendente italiano. Al XVII Concorso Nazionale di Montecatini, il festival per antonomasia del film amatoriale, è presentato il film “Quasi una tangente”, girato in 8mm da Massimo Bacigalupo, uno studente di Rapallo appena uscito dal liceo. “Quasi una tangente” - che celebriamo con un estratto - vincerà il premio per il miglior film e la coppa per la migliore “idea”, spaccando giuria e pubblico e suscitando polemiche che avranno eco sulle riviste di critica cinematografica. Un lettore anonimo scriverà: “premiate pure il film, non premiate l’idea! Altrimenti ne diventate corresponsabili, più dell’autore stesso”. Come se il soggetto del film (l’ultimo giorno nella vita di Paul e il suicidio che coinviolge anche la sua ragazza) possa infuenzare negativamente giovani che gli adulti non comprendono. “Quasi una tangente”, con il suo linguaggio insolto e anticonformista, rompe infatti schemi culturali e generazionali. Si può dire che segni la nascita del cinema underground italiano, sotto l’influsso (omaggiato) del New American Cinema, e contribuisca a una nuova stagione, quella del cinema indipendente italiano. Ci vuole un diciottenne, con un film in formato ridotto fatto con i compagni di scuola - e dirompente come forse solo i più celebri esordi di Bellocchio e Bertolucci - a sconvolgere l’arcadia dei cineamatori. E inaspettatamente questi film “sconvolgenti” vengono dalla provincia ma il loro respiro è internazionale. Ricorderà Bacigalupo di essere stato “folgorato da un saggio di Maya Deren in cui invitava a liberarsi dal treppiedi e spiegava come, con un unico movimento, un personaggio possa passare da un luogo all’altro”. Certe volte basta un movimento della cinepresa per fare la rivoluzione.

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