Il 16 luglio 1933 la famiglia Barzizza è nel borgo di Casella, meta tradizionale della villeggiatura nell’entroterra di Genova, in particolare nelle domeniche di buona stagione, proprio come questa. La piccola Isa, figlia di Pippo, ha quasi quattro anni e con il suo vestitino bianco e la faccia espressiva mostra già davanti alla cinepresa tutta la simpatia e l’estroversione per cui sarà nota come attrice di successo. Questa volta - l’abbiamo già vista in diversi giorni dell’Almanacco - interagisce con la camera 9,5mm, con la staccionata e con l’automobile dei Barzizza, una splendida Lancia Lambda, di cui possiamo solo intuire il colore rosso fiammeggiante, dato che il film è in bianco e nero.
Considerata il grande capolavoro di Vincenzo Lancia e un concentrato di innovazione e tecnologia la Lambda ha la stessa età delle prime cineprese amatoriali, essendo stata presentata alla fine del 1922 e commercializzata a partire dal 1923. Per la prima volta un’automobile è priva del telaio convenzionale ed è la stessa carrozzeria a svolgere il ruolo portante della vettura, richiamando non più la consueta struttura ereditata ancora delle carrozze trainate da cavalli ma quella di una nave. Si dice che il costruttore per la carrozzeria si sia ispirato dallo scafo delle navi con cui spesso si reca negli Stati Uniti. Un inno alla modernità, insomma, anche se ormai sono passati dieci anni. Avere un’automobile - e un’automobile così, che non è proprio un’utilitaria - nei primi anni trenta non è una cosa da tutti. Ci sono circa 188 mila automobili sulle strade italiane. Essendo la popolazione di circa 41 milione di persone, vuol dire che circola un’auto ogni 218 abitanti. Una media che lascia pensare quanto siano libere le strade e che aria si respiri nell’Italia del 1933.