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28 luglio1936
Campeggio dei Balilla
Autore
Fratelli Chierici
Formato
9,5mm
Credits
Musica & mix audio di Marco Melilli | Biennio di Sound Design del Conservatorio di Musica di Bologna

Il ventiduenne Enrico Chierici di Genova non perde mai l’occasione di usare la sua cinepresa, una passione di famiglia che si trasmette da una generazione all’altra. In quest’occasione, il 28 luglio del 1936, filma la vita e le attività di un campeggio della Opera Nazionale Balilla nella vicina Torriglia, località di villeggiatura della provincia di Genova molto amata dagli abitanti del capoluogo ligure. Dopo le riprese panoramiche del campo nei pressi del piccolo cimitero locale e in particolare delle tende della infermeria, si assiste ai preparativi delle cucine per il pranzo. I giovani “balilla” sono avviati in ordine militaresco verso la mensa per poi distribuirsi ai tavoli. Segue la preparazione di una parita di partita di calcio a cui assistono tra gli spettatori la mamma di Enrico, Paola, con la sorella e il cognato Alfredo Gianelli. Quando la partita ha inizio e si vedono le prime azioni si interrompe il film. Non sappiamo come mai i Chierici siano implicati nella giornata al campeggio, ma è sicuro che Enrico ricordi i suoi trascorsi scoutistici. Nel novembre 1927, a 13 anni, Enrico Chierici si era iscritto ai Giovani Esploratori Cattolici Italiani. Il suo Capo Riparto è Antonio Canevaro, uno dei fondatori dello scoutismo di Baden Powell a Genova e in Italia. Nel suo libretto personale per l’anno 1928 diventa aspirante e nel mese di aprile sono ancora registrati ben 527 punti di merito. Uno scout provetto. Ma con la nascita dell’Opera Nazionale Balilla proprio in quell’anno la posizione dello scoutismo italiano diventa complicata e i reparti scouts vengono progressivamente sciolti e inglobati nella nuova organizzazione a cui molti giovani esploratori devono aggregarsi come avanguardisti. Enrico nell’anima rimane uno scout, quando si ritrova in mezzo ai balilla probabilmente rivede situazioni che gli ricordano i suoi trascorsi, pensando che in fondo per un bambino una cosa vale l’altra. Presto però indosserà gli abiti del soldato e allora sì che le differenze si vedranno.

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