È ancora intera, Colonia, quando, alla fine di luglio 1933, ospitò l'Universala Kongreso de Esperanto. Tra gli altri appassionati attivisti della lingua internazionale c'è Nicolò La Colla, che arriva in treno da Torino con la sua cinepresa 8mm e non può non filmare il sorprendente ingresso ferroviario in città attraverso l'Hohenzollernbrücke, il ponte sul Reno che proietta direttamente verso l'abside della Cattedrale. Prima di incontrare i convegnisti arrivati da tutto il mondo, La Colla si dedica all'imponente edificio gotico, alla piazza antistante, al vicino Heumarkt, splendida piazza di mercato, con il monumento equestre per Federico Guglielmo III di Prussia. E ai passanti: un folto gruppo di SA (Sturmabteilung), ovvero i primi reparti d'assalto nazisti, e un gruppo di ragazzini del movimento giovanile cattolico che invece nulla ha a che vedere con il nazismo. Nel luglio del 1933 il regime nazista ha preso potere da pochi mesi e la società si sta trasformando, resistono ancora i movimenti sociali del passato (destinati presto a essere sciolti e perseguitati) e stanno crescendo quelli nuovi, dei seguaci che sostengono e alimentano il nazismo. Ad invitare gli esperantisti è stato il sindaco di Colonia, Konrad Adenauer: in carica dal 1917, nel marzo del 1933 si è però dimesso in quanto oppositore del regime. Ad accogliere il gruppo c'è quindi il nuovo borgomastro, allineato con il nazismo. D'altronde anche in La Colla convivono due diverse e antitetiche passioni: il fascismo e l'esperanto. Chissà se avrà colto la differenza di espressioni tra il primo gruppo di ragazzini cattolici, probabilmente scout, e quello che filma in chiusura: i membri della Hitler Jugend, con volti scuri e sguardi torvi, dal passo marziale. E chissà quanti di loro, dodici anni dopo, si saranno ritrovati ad attraversare un labirinto di macerie annerite, quale divenne Colonia per i bombardamenti alleati volti a fermare il nazismo. Abbattuto il bronzeo Federico Guglielmo III di Prussia e il ponte ferroviario, resterà solo la cattedrale, nera, a svettare sul paesaggio di rovine.