“Riguardo alla gita mi sembra il dubbio di Amleto: Andare o non andare! Questo è il problema! Se rimanere a passeggiare nella verde pianura, o scalare le vette eccelse del Mongioie!”, così scrive Enrico Chierici alla fidanzata Clara Pezzuto, pochi giorni prima della partenza per la gita sul Mongioie, montagna delle Alpi Liguri, il 12 agosto. I due non hanno tante occasioni di vedersi in questa estate del 1939. Enrico è appena tornato al lavoro in ufficio a Genova dopo un periodo di servizio militare proprio sulle Alpi Liguri e Clara, terminati gli impegni scolastici come maestra elementare, è al mare vicino a Imperia, ospite di amiche. Il dubbio amletico su come passare i giorni di ferragosto è finalmente sciolto: andranno in montagna e sarà finalmente per Enrico l’occasione tanto aspettata per stare insieme all’amata Clara, lontano dalla caserma e dal lavoro (“conto con impazienza i giorni che ancora mi restano, non vedo l’ora di poter essere vicino a te, mi pare un secolo da quando ti ho lasciato”). I soli complici, “autorizzati” da entrambe le parti, sono il fratello Piero e la sorella maggiore Maria Rosa, da parte di Clara, e il fratello Paolo, da parte dei Chierici. Gli apparecchi fotografici, Leica e Rolleiflex, e la cinepresa 16mm di Enrico fanno parte dell’imprescindibile bagaglio dei gitanti. Al ritorno Enrico scriverà a Clara: “Il bel sogno di questi giorni è finito! Mi sono risvegliato davanti alla mia scrivania col tuo caro ricordo. Non è realtà quella che in questi tre giorni ho vissuto. Mi pare impossibile dopo tanto tempo, essere stato in gita con te, tanto vicino a quei monti che a me sono tanto cari!” Del bel sogno della gita rimarranno impresse queste immagini da sogno.