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14 agosto1929
Manhattan
Autore
Roberto Brunacci
Formato
9,5mm
Credits
Musica di Guglielmo Pagnozzi Quartet

Le strade, le piazze, i palazzi e i grattacieli visti dal tetto scoperto di un bus della Fifth Avenue Coach Company in corsa, fermandosi di tanto in tanto. Catapultati d’incanto a Manhattan, con Roberto Brunacci ci siamo noi, assieme a lui grazie alla sua cinepresa 9,5mm. Siamo nel cuore di quella che più tardi sarà giustamente chiamata la Capitale del XX secolo. Dentro la grande mela, dentro queste immagini immersive nella metropoli che scrittori, artisti, registi, musicisti, poeti, maghi della finanza, criminali, viaggiatori e migranti di tutto il mondo sognano. Molti di loro la vivono già quotidianamente, altri l’hanno “solo” vista al cinema. Comprendiamo bene come mai il film del viaggio di Brunacci su una nave mercantile partita da Napoli si componga solo di sequenze girate rigorosamente a bordo, all’andata e al ritorno, con un corpus centrale fatto di questa sequenza newyorkese qui riportata integralmente. è il 14 agosto 1929, il giorno della prima del film “Hollywood Review” all’Astor Theater. Mancano pochi mesi al crollo di Wall Street, la città è eccitante e brulicante. Queste immagini di Brunacci sono allora un omaggio a tutti coloro che hanno vissuto, raccontato e cantato questa grande capitale, o semplicemente l’hanno amata e ne sono stati ispirati senza averci messo mai piede, perché magari bastano le immagini, i suoni e le parole per sentire pulsare il cuore di questa città e poter dire di esserci stati. “Capitolo primo: ‘Adorava New York. La idolatrava smisuratamente…’ Ah no, è meglio ‘la mitizzava smisuratamente’, ecco. ‘Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin…’ Ah no, fammi cominciare da capo… Capitolo primo: ‘Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto: trovava vigore nel febbrile andirivieni della folla e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi navigazione…’ Ah, no, banale per uno come me [...] Capitolo primo. ‘Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre…’ No, aspetta, ci sono: ‘New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata’.”

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