9 settembre 1983, in via Giallonghi, nella periferia di Castelvetrano, in Sicilia, tutta la famiglia Stella è riunita per la costruzione della casa: è la giornata in cui si gettano le fondamenta, i bambini corrono, i nonni osservano contenti, un panino, un bicchiere di vino, si assiste al rito. Così come in altro un rito, a costruzione ultimata di un tetto nuovo, corre l’usanza di issare la bandiera italiana e bandire un gioviale pranzo in famiglia, una scena ritratta dal cinema italiano in “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, a colpi di porchetta, gru e inno nazionale. Si costruisce capillarmente, ciascuno fa il suo e come può, la casa di proprietà comprata o costruita ex novo è un obiettivo che accomuna tutti gli italiani. Poco più di dieci anni prima, nel 1971, Antonio Cederna, giornalista, intellettuale tra i fondatori di Italia Nostra, si appellava sulle pagine del Corriere della Sera affinché la Sicilia prendesse coscienza dei rischi che stava correndo il suo territorio quando sulle costa impianti industriali, raffinerie, insediamenti turistici e lottizzazioni provocavano squilibri indelebili.
Grazie a Milo Adami per il contributo