Settembre, é tempo di vendemmia. Per i Rinaldi é l'occasione di continuare il progetto filmico che li vede protagonisti sulla vita contadina e il tempo delle stagioni. Se il tema della vendemmia, come rito importante della nostra cultura, é ricorrente nel film amatoriale, nel cinema dei Rinaldi esso assume i vertici parossistici che contraddistinguono il loro modo di rappresentarsi: un'ode al mondo contadino quasi fuori tempo massimo, negli anni successivi alle grida di dolore sulla fine ormai inevitabile di quell'universo. Si può dire che i Rinaldi siano contemporaneamente da una parte e dall'altra di quel crinale, sospesi su quel punto di non ritorno. Il Super8 resta un antidoto ai mali della vita moderna, grazie anche all'ironia e all'ottimismo. L'uva é buona e dolce per il nonno e la nipotina, promette davvero bene. Beviamo allota del buon vino novello alla salute dei Rinaldi e li ringraziamo per questo raro dono di un cinema contadino che ancora per poco rappresenta e racconta l'Italia dei primi anni ottanta. E se vi siete mai chiesti quanto siano puliti i piedi nudi che pigiano l'uva avrete una risposta a questo dilemma.