“La Fiera del Levante è una realizzazione superba di Bari fascista, è un magnifico esempio di volontà tenace e di spirito di organizzazione”. La quinta edizione della Fiera è tanto imponente da meritare che sia Mussolini in persona a inaugurarla, particolarmente lieto - come dice - di essere messo “in contatto col generoso popolo di Puglia, popolo di agricoltori solidi e di marinai intraprendenti, due categorie di italiani, che sono particolarmente care al mio cuore.” Il Duce rimarca la qualità organizzativa dimostrata e la possibilità di dialogo con l’Oriente che la Fiera offre, e poi conclude andando oltre: “La Rivoluzione fascista, nel settore politico, è andata molto innanzi. C'è ancora da fare. Non per niente abbiamo introdotto nei vostri spiriti il concetto della Rivoluzione come modo perenne di conquista. Nel settore economico abbiamo posto le basi fino dal 1926: le premesse ci sono. Ora marceremo. Voi mi domanderete: quale è l'obiettivo? Vi rispondo: l'obiettivo della nostra marcia sul terreno economico è la realizzazione di una più alta giustizia sociale per il popolo italiano.” Sembra tutto molto promettente, anche a Mario Cessi, che filma i padiglioni della Fiera nel tentativo velleitario di farli rientrare tutti nelle riprese fatte con pellicola 9,5mm. Alla fine di questa pellicola si sofferma sul bel padiglione casa discografica “La voce del padrone”, che - lo precisiamo - nulla ha che vedere con la voce del discorso inaugurale.