Nel 1963 Jackson Pollock è già morto da tempo ma pare che non sia mai arrivato in Romagna. Il 21 settembre di quell’anno, durante la Settimana Culturale di Alfonsine, Enzo Donati riprende i partecipanti al concorso di pittura per le strade della città, calati nei luoghi e nei soggetti che stanno dipingendo e mettendo a confronto i dipinti con la “realtà” riprodotta fedelmente dagli artisti. A Donati piace perdersi nella “pittura estemporanea” (così è chiamata nella locandina inquadrata all’inizio questa rassegna basata sull’improvvisazione), filmando i quadri naturalistici uno dietro l’altro, lui stesso probabilmente ossessionato dal desiderio di riprodurli sulla pellicola a colori nel tentativo di trovare un ulteriore livello di rappresentazione. Il paese filmato da Donati sembra esso stesso un dipinto, e in effetti c’è il rischio di confondersi. Ma poi la cinepresa viene letteralmente rapita da una locomotiva a vapore, sbuffante, come se fosse la vera sorpresa della giornata. Chi avrà il coraggio di dipingerla quando con una pennellata della cinepresa la locomotiva addirittura si muove?