Una visita a Venezia per la 36° Biennale d’Arte, filmata in 8mm il 23 settembre 1972. Padre e figlio, Corrado e Stefano Calanchi, si scambiano la cinepresa filmandosi reciprocamente di fronte alle opere esposte nella mostra della scultura italiana allestita da Carlo Scarpa. “Spettacolare” secondo la stampa, questa parte della Biennale colpisce i Calanchi che si aggirano tra la imponente scultura rotante di Arnaldo Pomodoro e altri lavori di grande impatto. I Calanchi non filmano invece la parte che sarà ricordata come la più innovativa della Biennale, quella dedicata al “comportamento” (in contrapposizione all’”opera”) e cioè all’azione performativa. Eppure i Calanchi, come l’artista Franco Vaccari, lasciano una traccia del loro passaggio, ma non attraverso la fototessera ritratto da appendere al muro, azione rivoluzionaria e partecipativa richiesta da Vaccari ai visitatori di questa Biennale per la sua “esposizione in tempo reale”, bensì questi fotogrammi che giungono fino a noi dallo scrigno di loro ricordi lontani in una capsula del tempo: un'esposizione fuori dal tempo. Anche la loro in fondo è un’azione performativa, basta guardare le loro espressioni facciali e leggere il cartello con l’epiteto sulla Biennale che introduce il film: “l’ultima manifestazione seria”. “Opera” o “comportamento”, l’arte nel 1972 è ancora una cosa seria…