Nella vigna del Castello Brown di Portofino si vendemmia. L’adolescente Massimo Bacigalupo ne approfitta per costruire attorno a questo evento un film in 8mm, in cui vediamo un bambino giungere al castello, come in una fiaba. In questo estratto del film vediamo proprio la sequenza della vendemmia. Bacigalupo ricorda: “Il ragazzino protagonista è mio fratello Andrea, i proprietari del Castello si chiamavano John e Jocelyn Baber, i responsabili delle cucine e della gestione erano Guido e Idelma Garbarino. Ricordo che quando lo proiettavo in famiglia usavo come colonna sonora la Sinfonia Renana di Schumann.” Il 27 settembre 1961 è una data simbolica per l’Almanacco. In questo stesso giorno inizia a prendere corpo “Un giorno all’anno”, l’opera della scrittrice Christa Wolf che tanto ci ha ispirato. Dopo avere descritto “il mio 27 settembre” del 1960, rispondendo all’appello di una rivista letteraria, l’anno dopo, nello stesso giorno, la scrittrice riprende la penna in mano: “Fin qui, tutto bene. Ma perché poi descrissi anche il 27 settembre 1961? E tutti i 27 settembre seguenti, fino a oggi - per quarantatre anni, ormai più di metà della mia vita adulta? E perché non riesco a smettere?” Si chiederà nel 2003, al momento di pubblicare un libro scritto anno dopo anno per quarant’anni. La prima risposta di Wolf è l’orrore per l’oblio del quotidiano, come si legge nell’introduzione, intitolata appunto “Il mio ventisette settembre”. Anche i frammenti dell’Almanacco sono una risposta alla paura della scrittrice e un modo di raccontare la storia nel suo farsi.