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04 ottobre1959
Parri a Marzabotto
Autore
Francesco Berti Arnoali Veli
Formato
8mm
Durata
4'06''
Credits
Musica di Michele Manzolini

Domenica 4 ottobre 1959, la piazza di Marzabotto è colma di persone: così accade ogni anno, da quindici anni, nella domenica che cade tra il 29 settembre e il 5 ottobre. In quella settimana, nel 1944, i soldati della 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS" avevano ucciso centinaia e centinaia di civili nel territorio di Monte Sole, afferente ai Comuni di Marzabotto, Vado-Monzuno, Grizzana Morandi. Il numero esatto delle vittime allora non era chiaro: nella prima commemorazione si calcolò che dai censimenti delle tre località mancavano 1830 persone, ma non tutte erano state travolte da quella particolare operazione di annientamento. Nel corso degli anni il numero delle vittime è stato accertato: in quei giorni, le SS uccisero 770 persone, per lo più donne, anziani, bambini.

Ogni anno, fino ad oggi, in quella domenica personalità dello Stato e della società civile vengono chiamate a Marzabotto per commemorare gli eccidi, per stare vicino a quella comunità colpita, per lanciare moniti al presente. Nel 1959 sale sul podio il senatore Ferruccio Parri, già partigiano con il Partito d'Azione, membro del Comitato di Liberazione nazionale e poi dell'Assemblea costituente, figura di spicco della politica del dopoguerra e allora senatore delle file del PSI ma come indipendente. A filmare è un altro ex partigiano di Giustizia e Libertà, Francesco Berti Arnoaldi Veli, che segue con la sua cinepresa il vibrante discorso di Parri, la sfilata dei gonfaloni, i volti dei parenti delle vittime, decorati da medaglie al valore che in minima - o nulla - misura compensano la perdita di figli, mogli, nipoti, a volte interi nuclei familiari.

Il sacrario che ne raccoglie le spoglie è quasi terminato, sarà inaugurato due anni dopo.

Intanto, pochi giorni prima e poco lontano, tre bambini mandati a raccogliere le erbe in campagna sono saltati in aria per avere toccato un ordigno bellico inesploso. La guerra è ancora lì, nei campi.

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