Potremmo dire che Giuseppe Damiata sia ormai un regista di matrimoni. L’ennesimo che filma a Palermo, il 5 ottobre 1967, è perfetto. Lo segue dall’inizio alla fine della giornata. E ce lo immaginiamo molto soddisfatto del risultato, ma meno affaticato dello sposo che è felice ma alla lunga appare affaticato: la cinepresa impietosamente ne coglie il volto bagnato dal sudore. A un certo punto sembra non farcela più, ingessato come è nel vestito, ma poi si riprende. La sposa si è preparata bene all’appuntamento e recita molto meglio la parte. Sono cambiati i tempi, siamo in pieni anni sessanta, e la trafila matrimoniale prevede dopo la chiesa, i baci e i saluti di parenti e amici, gli spostamenti in automobile, il ricevimento in un locale un po’ fuori mano, i brindisi, il pranzo, la torta, i balli alla moda con orchestrina, e chi più ne ha più ne metta. Si avrà ancora voglia di consumare “per la prima volta”, quella stessa sera? I doveri coniugali sono appena cominciati.