Alle 22:39 del 9 ottobre 1963 una frana si stacca dal monte Toc e precipitò nel bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell'omonima valle (al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto) provocando un'onda che supera la diga distruggendo il paese di Longarone e causando la morte di 1910 persone. La variazione della pressione dell'acqua sul versante del monte Toc è la causa del disastro, ma le responsabilità della tragedia sono da ricondursi ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico. Un disastro non solo prevedibile ma preannunciato. Ricorda Massimo Da Vià, figlio di Zolio, che la mattina dopo fece delle riprese dei luoghi colpiti e devastati dalla gigantesca onda, di cui mostriamo due brevi estratti, uno in bianco e nero e l’altro a colori: “mio padre prese una cinepresa 8mm dal negozio e, in lambretta con un suo amico, da Domegge, raggiunsero Longarone. Nella notte era successo qualcosa, c'era stato un grande tuono e rumore di sirene ed elicotteri… Forse le prime immagini, o tra le prime o chissenefrega... Vorremmo fossero le ultime".