Roma scende in strada, con biciclette, fasce al braccio, striscioni e bandiere (dalle peculiari e appuntite aste decorate con falce e martello). La guerra è finita da poco, il 14 ottobre 1945: i manifestanti, su indicazione del PCI e del PSI, si radunano in modo disordinato ma composto, partecipando al comizio presso lo Stadio Palatino.
Per quella data, il governo Parri ha indetto la "Giornata della Costituente": in molte città d'Italia si sono svolte manifestazioni e comizi. L'esito non era scontato, e per L'Unità si tratta di un grande successo: "Le dimostrazioni nazionali per la Costituente si sono svolte in tutta Italia senza dar luogo ad alcuni incidenti, senza turbare minimamente l'ordine pubblico. Questo lo sapevano tutti. Questo già sapeva tutto il popolo anche prima della manifestazione, che i comizi sarebbero stati la prova dell'autodisciplina cosciente dei lavoratori. Questo tuttavia non volevano sapere certi gruppi reazionari italiani, che allarmavano e speravano nel disordine, come sempre. A tutti è stata data una precisa risposta, anche dal governo stesso, per bocca del suo presidente Parri: interrogato da un giornale romano, ha dichiarato che, secondo le notizie pervenute al Ministero dell'Interno, le dimostrazioni si sono svolte in tutte le città d'Italia senza alterare nella più piccola misura l'ordine pubblico.
Esse - ha detto Parri - hanno provato la serietà e la maturità politica del popolo italiano, e di ciò prende atto con soddisfazioni il governo e prendono atto gli osservatori stranieri. Ove le dimostrazioni fossero state causa e pretesto di incidenti, avrebbero giustificato i dubbi sulla possibilità di una convocazione elettorale nel rispetto della legalità e, senza dubbio, la causa della democrazia italiana, che già deve lottare contro tanti ostacoli, ne avrebbe sofferto". Con quella manifestazione sotto il sole d'ottobre prende il via un percorso lungo, e fondamentale, per il paese.