Il 16 gennaio 1977, una domenica, la famiglia Ranza si ritrova con amici a Morosolo, sopra Varese, per pranzare insieme e sciare sul declivio sotto alla casa. Dopo mangiato, parte una battaglia a palle di neve: o forse, è il cineamatore Stefano Ranza a chiedere ai ragazzi e agli amici di iniziare a giocare. Il figlio Guido racconta che suo padre “prediligeva le scene in movimento, a noi bambini ci faceva correre sempre”. A pochi chilometri di distanza, a Como, la sera prima è stato rapito un bambino, figlio di un piccolo industriale, strappandolo dall’auto dei genitori. Chissà se, sotto l’apparente spensieratezza, i genitori Ranza, imprenditori lombardi, guardano i loro ragazzi con timore per il futuro.