Il 26 novembre del 1976, Massimo Bacigalupo è a Catania con la sua cinepresa 16mm e filma le strade della città etnea, le persone che stazionano e passeggiano. Il movimento e le sospensioni della vita quotidiana, in apparenza noiosa e non particolarmente attraente, stimolano lo sguardo del filmmaker. Ricorda Bacigalupo di quelle riprese cinematografiche diaristiche poi montate anni dopo in una pellicola a cui darà il titolo "Frammento catanese": “Nel 1979 ebbi un incarico di insegnamento di letteratura inglese all’Università di Catania, dove continuai a insegnare fino al 1982, trascorrendo a Catania periodi brevi, pendolando da Rapallo. Ma era una boccata d’aria diversa che mi fece tornare la voglia di guardare e filmare… Il silenzio del mondo in cui ci si fa strada. E il tempo." A proposito di quel tempo, alcune delle persone filmate si fermano a leggere le pagine dei giornali appesi ai muri della città: le notizie del giorno riportano la crisi Iran Usa e un'omelia del papa sulla verità della fede. Sia a Teheran che a Roma, e magari anche a Washington, la verità della fede è un tema importante. A Catania invece le cose stanno diversamente, la teocrazia sembra lontana e c’è chi spera “che ritorni presto l'era del cinghiale bianco”.