Milano, 22 dicembre 1928. La famiglia Baldassini con l’amico Sirio ai Giardini di Porta Venezia. Vediamo Sirio, Laura, la moglie del cineamatore Guglielmo Baldassini che sta filmando in 9,5mm, i figli Luciano e Marisa camminare verso la cinepresa lungo i vialetti del parco. Poi la cinepresa passa in mano a Sirio: nel ritratto di gruppo ora c’è Guglielmo, che tiene in mano e rotea un bastone imitando Charlot. Seguono i primi piani dei singoli e quando è il turno di Guglielmo accade un fenomeno inspiegabile: il fumo della sigaretta che sta fumando entra nella sua bocca invece di uscirne. È un effetto speciale cinematografico che si ottiene girando in reverse, uno di quei trucchi che decretarono all’origine il successo dell’invenzione del cinema, nuovo dispositivo per documentare la realtà e rovesciarla, un potere rivoluzionario per sfidare l’impossibile. L’effetto in proiezione sarà magico: piacerà ai bambini, piacerà a tutti. Guglielmo condenserà i contenuti della bobina con una scritta posta sopra la scatola: “ai giardini – noi – Sirio – ritratti – io a rovescio.”