È il 23 dicembre 1956: l’antivigilia di Natale rende gli abitanti della città di Bologna più frenetici e ansiosi del solito. Per tutti c’è da onorare la tradizione e per chi ci crede celebrare la festa della nascita ormai imminente, ma un nuovo credo sembra prendere piede: la religione del consumismo e proprio nella città che si professa la più comunista d’occidente. Forse per questo Carlo Fuzzi decide di documentare con la sua cinepresa 8mm i momenti della preparazione alle feste. Occorre accaparrarsi l’albero: sono rimasti gli ultimi esemplari sotto i portici di Santa Lucia, coraggio che siamo ancora in tempo, poi a casa lo si addobberà come dio comanda. Fuzzi l’ho ha già fatto e per questo non gli resta che filmare il suo, in apertura della bobina. Poi c’è chi cerca il pesce al mercato, per la cena della vigilia, e chi si ferma ad ammirare le sfogline al lavoro prima di comprare i tortellini per il pranzo di Natale. C’è chi il bottino ce l’ha già e cammina velocemente portando un panettone con la mano destra e un altro con la sinistra. E poi ci sono i bambini che guardano ammirati il gigantesco albero di Natale della città, per qualche settimana sembra rubare la scena alle due torri. Lo vedono così grande e sognano di portarselo a casa…