Il 1960 è ormai alla fine. L’anno sta per concludersi, c’è giusto il tempo per una breve vacanza romana per il ventiquattrenne Carlo Vivaldi Forti, accompagnato dalla fidanzata e la futura suocera. L’autore di queste sequenze, girate in 8mm il 27 dicembre, scriverà tempo dopo che con l’anno 1960 terminano i dodici anni migliori della nostra vita, anni di crescita economica e di progresso sociale, iniziati nel 1948. Seguirà il ventennio più brutto e tragico della nostra storia, anni di decadenza politica e morale, secondo il pensiero di Vivaldi Forti. Chissà se già in questa giornata di dicembre, il giovane e brillante intellettuale eterodosso Carlo la pensa già così, mentre filma questo vagare post natalizio tra le strade di Roma, portandosi dietro l’ombrello, e passando dai negozi delle strade della capitale alla scala del Bramante dei Musei Vaticani, senza apparente logica narrativa, neanche fossimo dentro un film della nouvelle vague. E chissà come mai alcune pellicole coeve del grande cinema italiano di quegli anni inizino o finiscano sul litorale di Ostia, proprio come questa pellicola 8mm, provocando un sentimento di inquietudine che si mischia al desiderio di libertà che proprio negli anni successivi sconquasserà la società italiana.