La sindrome di Monreale colpisce i cineamatori nel momento in cui cercano di filmare chiostri e luoghi sacri di particolare bellezza: l’effetto di questa affezione sono movimenti di cinepresa convulsi e frenetici. All’improvviso tutto quello che si è imparato nei manuali è dimenticato e scompare. Persino le cineprese vanno in tilt producendo immagini sfasate. Proprio presso il chiostro di Monreale il giovane palermitano Nicola Schicchi il 30 dicembre 1962 è colpito dalla sindrome e comincia a riprendere in modo convulso il chiostro e il campanile del famoso monastero, su è giù, ripetutamente, tentando invano di rimanere agganciato con l’occhio alla fidanzata tedesca che ha portato a visitare questo magnifico luogo a pochi chilometri da Palermo. E come lui molti cineamatori a Monreale sono stati presi da questa febbre improvvisa, perdendo la mano salda che solitamente li contraddistingue. Da questo luogo magico deriva appunto il nome della sindrome. Come se non bastasse nella stessa giornata Nicola ci riprova a Palermo, questa volta nel complesso di San Giovanni degli Eremiti, ma anche lì il chiostro, le cupole e il campanile sono fatali. Sarà anche l’emozione di essere con la fidanzata e soprattutto con la futura suocera, tedesca pure lei!