Un'eclissi totale di sole è un evento epocale: per questo chi lo ha vissuto ancora ricorda la mattina del 15 febbraio 1961. Alle 8:30 di quel mercoledì tutti si fermano ad aspettare un fenomeno annunciato, che ormai non provoca più timori di fine del mondo, quanto febbrile curiosità e forse solo l’inquietudine che lo stravolgimento dell’ordine naturale provoca sempre. Ma con il buio improvviso le galline tornano semplicemente a dormire, così racconta chi vive in campagna. Questo fenomeno straordinario dura meno di tre minuti, se lo si filma dall’inizio alla fine ci sta tutto nel caricatore di una pellicola amatoriale. Infatti, tra i tanti che alzano gli occhi al cielo, con occhiali da saldatore o vetro affumicato per non accecarsi, con i fotografi ci sono anche molti cineamatori. L’eclissi del 1961 è un evento filmatissimo e gli Appennini toscani un luogo di osservazione privilegiato. Non a caso Gianfranco Prinetti Castelletti sceglie un’altura sul Mugello, ed è in buona compagnia a giudicare dal numero delle persone e delle automobili accorse che vediamo nel suo film 16mm. Il cineamatore non utilizza i pochi minuti a sua disposizione solo per l’evento in sé, che in fondo è uguale per tutti e pochi secondi di riprese bastano, ma per la cornice: il luogo, le emozioni e il momento condiviso con altri. In quello stesso istante e poco lontano, sempre in Toscana, il regista Richard Fleischer filma l’eclissi sullo sfondo della scena della crocifissione di Cristo, mentre di lì a poco sarà un altro regista, Michelangelo Antonioni, a rappresentare l’eclissi come simbolo del malessere contemporaneo di quell’Italia del 1961.