Il ciema underground italiano rompe un equilibrio rispetto alla comune concezione del cinema amatoriale. Figure come Massimo Bacigalupo oppure Gianfranco Brebbia sperimentano un uso del formato ridotto che va a differenziare il panorama della produzione amatoriale. Pur volendosi distaccare dall'accezione dilettantistica del termine "amatoriale" gli artisti e filmmaker sperimentali mantengono un forte legame con la dimensione più privata e "familiare" dei contesti in cui questo tipo di cinema viene distribuito e fruito.