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Dimensione Super8 tra entusiasmo e disillusione

PAOLO SIMONI

Poco dopo la metà degli anni Sessanta l’“arcadia” dei cineamatori è sconvolta dall’arrivo del cinema underground che irrompe nei circuiti di diffusione festivalieri, producendo una rottura generazionale che ridefinisce la figura del filmmaker amatoriale e le nuove pratiche del formato ridotto. Il momento cruciale per fare il punto sulle produzioni amatoriali è attorno alla metà degli anni Settanta, con Dimensione Super8, un’importante rassegna che produrrà una mappatura completa della produzione italiana indicando anche possibili sviluppi futuri di produzione e fruizione di film in formato ridotto. Presentando il cinema sperimentale e d’artista, le produzioni dei cineclub e quelle cinema militante, fino alle esperienze scolastiche e al film di famiglia, Dimensione Super8 rimane un prezioso filtro per rileggere un’epoca. Arricchendo questo panorama con esempi significativi di autori e di film, Paolo Simoni rileva quanto sia composito questo quadro storico, evidenziando le diverse direzioni intraprese e le contraddizioni che caratterizzano un’epoca di entusiasmo, ma anche di disillusione, rispetto alle opportunità offerte dal formato ridotto.